I dolori del Parto
Quanto è doloroso il parto e come affrontare il dolore del parto
Una delle principali paure relative al momento del parto è quella legata all’intensità e alla durata del dolore che possono essere tali da non riuscire a sopportarlo. Per riuscire ad accettarlo possiamo rifarci al fatto che se ce l’hanno fatta tutte ce la faremo anche noi. Vediamo ora a cosa è dovuto il dolore nel parto, a cosa è paragonabile e come affrontarlo.
Perché il parto è doloroso
Il dolore del parto ha caratteristiche uniche e una durata limitata nel tempo, ed è immediatamente seguito dalla sensazione di benessere e gratificazione della nascita del bambino. Quello che viene comunemente chiamato parto è un periodo che si costituisce in realtà da una fase di travaglio seguita poi da una fase espulsiva. Nella fase di travaglio possiamo individuare un primo periodo chiamato prodromico (preparatorio), seguito poi da una fase dilatante. Queste prime due fasi sono caratterizzate da un dolore viscerale, profondo e diffuso che aumenta di intensità e durata nella fase dilatante: è dovuto alla dilatazione della cervice e alle contrazioni uterine. La fase espulsiva è invece caratterizzata da un dolore ben localizzato e si sposta dall’addome alla vagina, fino all’ano: in questa fase è causato dalla pressione e dalla distensione delle strutture pelviche e del perineo.
Quanto è doloroso e a cosa è paragonabile il dolore del parto
Cosa si prova quando si partorisce? Ogni donna in gravidanza si sarà fatta almeno una volta questa domanda. Prima di rispondere è bene precisare che, anche se il dolore del parto è sempre presente, esso varia in maniera soggettiva e d’intensità da donna a donna e anche nella stessa donna che partorisce più volte (per esempio di solito la seconda volta è meno dolorosa della prima). Vi sarà sicuramente capitato di incontrare donne che lo racconteranno come di un’esperienza inimmaginabile e non paragonabile a nessun’altra, mentre sentirete altre descriverlo come poco più di un normale mal di pancia da ciclo mestruale. Anche in termini di durata conoscerete mamme che avranno impiegato diverse ore (se non giorni) per portare a termine il travaglio, mentre altre avranno a mala pena fatto in tempo ad arrivare in ospedale. Detto questo, in linea generale, il dolore della fase prodromica è paragonabile a quello delle mestruazioni mentre quello della fase dilatante si può paragonare a quello di una colica molto forte.
Come affrontare il dolore del parto naturale
Innanzitutto, ricordiamoci che il dolore nel parto è necessario nel senso che accompagna la modificazione di quelle strutture all’interno della donna che permetteranno al piccolo di nascere. Per affrontare al meglio il dolore del parto è bene tenere a mente che è positivo poiché è finalizzato al fatto che mamma e bambino possono finalmente incontrarsi ed è immediatamente seguito dalla gratificazione di avere il piccolo tra le proprie braccia: in questo senso ci spinge a desiderare la nascita.
Parto naturale senza dolore
Se una donna decide di partorire naturalmente è bene che sia informata dell’esistenza di alcune tecniche utili per alleviare il dolore: da quelle naturali come le posizioni del travaglio o il parto in acqua a quelle farmacologiche come l’epidurale.